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Poca acqua e molto fuoco, per cambiare e migliorare un G (giocatore)o una squadra, servono in allenamento molta variabilità e molte ripetizioni in poco tempo.
Migliorare non è impossibile, servono perseveranza, determinazione ed i T devono conoscere la tecnica e la situazione che vogliono cambiare.
È scientificamente provato che non sarà un compito facile, ma nemmeno impossibile. Servono determinazione e perseveranza per cambiare e noi T dobbiamo conoscere la tecnica o la situazione che vogliamo migliorare, sapendo che ci saranno momenti in cui il G soffrirà per aver sbagliato. Dobbiamo spiegargli e dimostrargli perché crediamo che ce la possa fare. Servono i video e il confronto rispetto all’inizio e anche con qualcuno che quel gesto lo fa bene, per creare o consolidare un modello e un’immagine mentale di ciò che vogliamo ottenere.
È anche dimostrato che impariamo da ciò che vediamo e che creiamo l’immagine di ciò che vogliamo. Molte volte noi l’abbiamo chiara, ma i G non ce l’hanno o è distorta. È compito nostro cercare di risolvere il problema e motivare il G in modo che ci riprovi e riesca a fare un gesto tecnico correttamente.
Come comportarci per far fare alla squadra un salto di qualità?
COS’È UN SALTO DI QUALITÀ?
QUALCOSA CHE NON RIESCE E CHE DOBBIAMO FARE MEGLIO.
Sbagliato
RIUSCIRE A IMPARARE QUALCOSA CHE NON SI SA FARE.
Sbagliato.
È CAMBIARE STATO.
COME CAMBIA L’ACQUA? SE LA METTIAMO A BOLLIRE EVAPORA. NON È PIÙ ACQUA, È VAPORE, È QUALCOS’ALTRO. SE METTIAMO MOLTA ACQUA IN UNA PENTOLA GRANDE CON UNA FIAMMA BASSA CI VORRÀ MOLTO TEMPO PER FARLA EVAPORARE, MA SE METTIAMO POCA ACQUA IN UN CONTENITORE PICCOLO CON MOLTO FUOCO ALLORA EVAPORA SUBITO!
È quello che facciamo in allenamento che ci fa fare un salto di qualità: dobbiamo aumentare le variabili e le ripetizioni vincenti di ciò che vogliamo migliorare per riuscire a cambiare.
Bisogna smettere di fare un po’ di tutto ma cambiare il modo di pensare e programmare gli allenamenti.
Non esiste una ricetta universale, perché tutto dipende
- Dalla realtà di ogni squadra
- Dal torneo a cui partecipa
- Dai tempi in cui le cose accadono nel gioco.
Non esiste un unico metodo e la PV non è una religione: se ne professate una non potete essere di un’altra.
Ci sono metodi diversi che possono avere successo anche se non li condivido e non mi piacciono. Ma se li critico o li giudico immediatamente, forse perdo la possibilità di imparare o prendere qualcosa di importante da quell’esperienza.
Quindi? Qual è il metodo migliore? Come lo scelgo? Dobbiamo partire dal gioco e questo ci insegna anche a osservare che ci sono molti fattori che influenzano un risultato finale, che non esistono una singola verità o un metodo unico.
COME FACCIAMO A CAMBIARE LE PERSONE?
(perché cambiare, da un punto di vista tecnico, non implica snaturarsi, ma evolvere: quando emerge la necessità, è un atto di consapevolezza e crescita che ci avvicina a una versione più efficace, più autentica, più vicina all’eccellenza)
Ogni cambiamento è possibile. Ma è un obiettivo non semplice da raggiungere e richiede impegno e dedizione.
Il nostro cervello, che non smette mai di funzionare e controlla azioni, sentimenti ed emozioni, per ottimizzare il suo lavoro cerca di fare sempre il minimo sforzo, non per pigrizia ma per risparmiare energia.
Quando si ripete una cosa molto volte, la mielina che ricopre le connessioni neurali aumenta. Più svolgiamo l’azione, più la mielina aiuta la connessione ad essere veloce ed efficiente. Man mano che la connessione diventa più grande, la risposta è anche più veloce e possiamo eseguirla automaticamente, quasi senza pensare. Così si aiuta il cervello a risparmiare energia per un meccanismo già noto e a usarla per un’altra funzione.
Prima si riteneva che cambiare una tecnica imparata male fosse quasi impossibile, perché si pensava che lasciasse una traccia motoria difficile da modificare.
Oggi si è visto che non è così. Certo, potrebbe essere complicato perché dovremo creare una nuova connessione neuronale che all’inizio, come ogni cosa nuova che facciamo, avrà bisogno della nostra piena attenzione. Lo faremo goffamente, faremo degli = e tenderemo a rispondere come abbiamo fatto prima. All’inizio quella nuova connessione sarà molto debole e avrà bisogno di molte ripetizioni ed =, ma riuscendo ad aumentare i livelli di mielina trasformerà quel piccolo filo iniziale in un grande cavo d’acciaio in cui le informazioni viaggiano molto velocemente e la nostra risposta sarà ancora più efficiente. Ciò significa che non è la traccia precedente ad essere corretta ma che ne viene creata una nuova e questo è fondamentale per avere la certezza che il cambiamento sia possibile.
Ovviamente è anche dimostrato che nessuno riesce a cambiare o imparare se pensa che ciò non gli interessi o di non averne bisogno.
Creare quel bisogno di cambiamento nei nostri G, a volte, è il punto più importante per raggiungere il successo nel nostro lavoro.
Ad alcuni G professionisti con più esperienza, già considerati e idolatrati, i cambiamenti costano più che ad altri proprio per questo motivo, perché considerano di non averne bisogno: la gente li ama, guadagnano soldi, perché dovrebbero cambiare?
Altri fattori che influenzano la possibilità di realizzare un cambiamento sono:
- l’ambiente
- i valori e le convinzioni che abbiamo
- come pensiamo la nostra realtà
Questi fattori condizionano il nostro modo di reagire di fronte alle situazioni.
Se crediamo che:
- le cose accadono per il destino
- siamo forme scolpite in una pietra
- un G sia forte o non lo sia
- abbia o non abbia talento
- una persona nasca genio
- se avesse avuto un alto QI sarebbe intelligente oppure no
a questi G il cambiamento costerà ancora di più perché hanno una FORMA DI MENTE STATICA.
Ovviamente non tutti sono uguali e hanno le stesse capacità, non tutti possono essere Einstein o Messi, ma chiunque può capire che attraverso lo sforzo, la dedizione e l’impegno può raggiungere il migliore risultato personale.
Avere una MENTE DINAMICA significa:
- Mostrare interesse per l’apprendimento
- Per crescere e cambiare attraverso l’applicazione e l’esperienza
Non si tratta di bianco o nero, di avere una MENTE STATICA per tutto o una DINAMICA per tutto. La differenza sta:
- nel modo in cui la pensiamo o
- in come il nostro sistema di valori e convinzioni è in grado di cambiare ciascuna delle situazioni che ci si presentano, perché se quest’ultimo è più forte di ciò che di nuovo ci viene proposto, il cambiamento non arriverà mai.
Per il cambiamento c’è bisogno di dinamismo.
Il cervello pensa, prova e lo fa di nuovo. Per questo sono importanti i FB positivi. Bisogna:
- generare un sentimento positivo
- ricordare che chiediamo un cambiamento
- qualcosa che il nostro G non sa
- che non fa bene
- dove ha sbagliato qualcosa in cui non si sente sicuro
A un bambino che impara a camminare non diciamo DAI ALZATI! COME SI FA? È FACILE! UN PIEDE DOPO L’ALTRO E VEDRAI CHE È UNA STUPIDATA!. Lo incoraggiamo anche se cade, se sbatte, anche se soffriamo perché potrebbe farsi male. E lui continua, insiste, persiste e alla fine riesce anche dopo aver commesso degli = errori.
A nessuno piace essere sbagliato o vulnerabile di fronte a compagni di squadra o avversari, quindi la creazione di queste nuove connessioni deve avvenire in allenamento, creando il clima e l’atmosfera per l’apprendimento, riconoscendo che fare = è il modo per imparare, errare e ripetere, avere il FB e ripetere di nuovo.
Ovviamente facciamo tutto questo perché il cambiamento possa essere sfruttato durante il gioco, ma è un processo che si deve fare in allenamento.
Aspetti da prendere in considerazione per scegliere cosa fare e come per raggiungere il salto di qualità.
- DIAGNOSI
- SCELTA
- PROGRAMMA
- VALUTAZIONE E FB (Feedback)
- CONCLUSIONE
DIAGNOSI
La prima cosa da fare è capire, con una diagnosi, che tipo di PV dobbiamo giocare nel torneo a cui partecipiamo:
- Quali sono le cose che accadono molte volte in partita?
- Come avvengono le azioni e in che tempi?
Abbiamo bisogno di sapere come è un match e non solo di n statistici di rendimento o della prestazione dei G.
Poi dobbiamo sapere cosa fare con queste informazioni, come fare che la mia squadra migliori l’efficacia in RP del 10%:
- Lasciamo alla capacità dei G la soluzione del problema per aumentare questa %?
- O creiamo varie opzioni, sistemi e variazioni di gioco e li alleniamo per raggiungere il nostro obiettivo?
Ad esempio:
- Quante volte riceviamo per I tempo?
- Quante volte giochiamo in I tempo?
- Quante volte in un set?
- Quante volte in allenamento?
A “Rio 2016” prime 8:
- ATTACCHI x SET = 25,28 = 13 punti (52%)
- ATTACCHI x SET RP = 15,78 (62%) = 8,75 punti (54%)
- ATTACCHI x SET BP = 9,50 (38%) = 4,36 punti (45%)
- ATTACCHI I TEMPO x SET RP = 4,62 (quindi i C attaccano solo il 29% del volume di RP, anche se l’efficacia è 61%, 73% per la Russia)
- ATTACCHI PIPE x SET RP = 1,37 (9%)
- ATTACCHI DI BANDA x SET RP = 62%
- ATTACCHI DI BANDA PALLA ALTA x SET RP = 2,24 (14%)
- SCHIACCIATORE 4 RP ATTACCA = 31% (4,9 palloni x set)
- SCHIACCIATORE 2 RP ATTACCA = 20% (3,15 palloni x set)
- SCHIACCIATORE 1 RP ATTACCA = 11% (1,74 palloni x set)
Quindi il nostro allenamento:
RP 60%
BP 40%
SCELTA
Individuare la situazione da modificare e stabilire la priorità (poca acqua e tanto fuoco).
Criterio per le scelte:
- Gesto che non sappiamo come fare
- Difetto che dobbiamo correggere
- Qualcosa che già facciamo bene ma che possiamo fare in modo eccellente per farlo diventare un punto di forza della squadra, una virtù.
Quest’ultima situazione è quella da scegliere. Ci trasforma IN QUALCOS’ALTRO, nel modo più veloce possibile, anche perché se è un aspetto del gioco che i ragazzi già conoscono ma possono affrontare ancora meglio, la motivazione e la dedizione dei G saranno maggiori.
Dovrà essere una situazione che si ripete molte volte durante una gara. Non c’è salto di qualità se miglioriamo qualcosa che succede una volta ogni tre gare. Possiamo migliorarlo, ma non ci farà essere diversi rispetto a prima.
Dobbiamo imparare a:
- Identificare
- definire bene
- scegliere: qual è la situazione che, se migliorata, ci permette di trasformare un G o una squadra?
Provare con una o due situazioni per ogni G e due o tre di squadra. Che devono essere comunicate, condivise e spiegate ai G individualmente e al gruppo.
Perché dovremmo cambiare questo aspetto della nostra PV?
Quali benefici otterremo?
Quali saranno le difficoltà?
E come lo faremo?
PROGRAMMA
Il modo in cui faremo il cambiamento
I tipi di esercizi sono:
- Globale
- Sintetico
- Analitico
- Super analitico
Vantaggi e svantaggi degli esercizi
GLOBALE:
Vantaggi:
- Il G è allenato in una situazione reale. È senza dubbio il metodo migliore, la cosa più vicina al gioco in partita
Svantaggi:
- Piccola quantità di ripetizioni che i G possono fare.
ALTRI METODI:
Vantaggi:
- > numero di contatti
Svantaggi:
- Si allontanano di più dalla situazione reale e gli esercizi analitici mancano della parte più importante che è l’identificazione della situazione e della decisione. Un G è bravo quando sceglie la situazione migliore per la situazione che gli è stata presentata.
METODI DELLE NAZIONALI
- AMERICANO: apprendimento motorio e sue chiavi. È un sistema in cui tutto deve essere fatto come nel gioco. Gli americani sono i creatori del metodo globale dove la tecnica viene allenata e applicata solo nella situazione di gioco, quasi senza esercizi analitici e senza elementi esterni (tavoli, spara palloni, ecc.) La > parte degli esercizi è una competizione con punteggio.
● identificare la situazione
● decidere e scegliere la soluzione
● eseguire il colpo
● ricevere FB tramite le chiavi
● eseguirlo nuovamente
- BRASILIANO: 6 vs 6 senza punteggio
● grandi volumi di allenamento
● molte ripetizioni tecniche analitiche
● uso di macchinari e tavoli
Quindi:
- Come creiamo il nostro programma?
- Quali criteri e principi terremo in considerazione per eseguirlo?
- Come organizzeremo i nostri allenamenti?
- Che tipi di esercizi scegliamo per raggiungere il nostro obiettivo
- In quanto tempo faremo un salto di qualità? Perché sicuramente se mi alleno ogni giorno per 10 mesi i miei G migliorano un pò, ma è fondamentale capire come accelerare il processo in modo che migliorino il più rapidamente possibile con POCA ACQUA E MOLTO FUOCO. I G migliorano con molte ripetizioni di qualità nel < tempo possibile. Insistere sulla qualità delle azioni perché se si continuano a fare 100 brutte ricezioni al giorno, ti stancherai, un pò migliorerai ma non raggiungerai mai un buon risultato. Se invece ogni giorno fai 10 ripetizioni buone, sicuramente si migliorerà in meno tempo.
Bisogna combinare entrambi i metodi:
- Partendo dal gioco
- Ripetendo i gesti tecnici molte volte in gara in cui il G deve identificare la situazione, decidere e fare un colpo
- Se necessario possiamo estrapolare il gesto del 6 vs 6, provarlo analiticamente, fare molte ripetizioni in breve tempo e poi inserirlo nel gioco.
- Creazione di piccoli gruppi per fare più esercizi sintetici globali dove c’è solo una parte del gioco. Questo comprende l’identificazione della situazione e la decisione su quale movimento fare e permette di avere un FB immediato e capire se la decisione è efficace o meno. È la soluzione al problema del n di ripetizioni. Ad es: due P, uno o due L, i C. Il L riceve ed il C attacca vs il muro di un altro C e la difesa in z1 del P e in z5 del L (o del C). È vero che non è un esercizio completo, ma in 10’ ogni C fa più di 15 attacchi e il L supera le 45 ripetizioni.
- Nell’allenamento successivo lo possiamo inserire nel 6vs6 con la RP per consolidare i risultati.
- Il giorno dopo, al mattino, facciamo la stessa cosa solo con gli O che attaccano para e diago vs muro e i due difensori di z1 e z5. 6 attacchi # para e 6 attacchi # diago.
- Nel pomeriggio lo inseriamo di nuovo nel 6vs6: bastano tre attacchi positivi per ogni situazione.
Con questo metodo di lavoro ognuno triplica le ripetizioni.
Scegliere un paio di cose e ripeterle molte volte fino a consolidarle, variando gli allenamenti per evitare la noia dei G.
Ripetere un aspetto del gioco che vogliamo cambiare finché non viene cambiato dà molti risultati.
Ricordare:
- C’è bisogno di molto fuoco (numero di ripetizioni positive nella stessa situazione)
Ovviamente quando quell’aspetto del gioco sarà cambiato sistematicamente cambieremo e faremo un altro esercizio, fisseremo un altro obiettivo e cercheremo di fare un nuovo salto di qualità.
Questo non significa fare la stessa cosa, ma GLI ESERCIZI SONO I MEZZI PER DEFINIRE E REALIZZARE I NOSTRI OBIETTIVI PER IL GIOCO, non per vedere chi vince o perde in allenamento con tanti esercizi a punti, ma perché quel punteggio ci aiuta a valutare la situazione che stiamo allenando o a lavorare su come mentalmente si ragiona quando c’è un punteggio, che cosa succede se sbagli.
VALUTAZIONE E FB
La valutazione è di vitale importanza per avere un FB e sapere che l’apprendimento è consolidato. Non basta solo dire bene, bravo o sei un fenomeno! Il FB positivo è il fulcro di una singola chiave e ti indica cosa devi fare e ciò che devi evitare:
- stendere le braccia è meglio che piegarle
- Gomito alto invece che basso
Un solo consiglio utile alla volta.
Bisogna scoprire qual è la priorità per un’esecuzione vincente.
Attacco:
- Problema di tempo?
- Quando devo iniziare la rincorsa?
- Nella palla alta quando raggiunge la sua max h, poi rallenta e inizia la discesa?
Dobbiamo darci un imput per sapere prendere e riconoscere il tempo giusto per saltare.
- Problema di esecuzione?
- Ultimo passo molto breve, salti in lungo e in avanti?
Devi creare un nuovo imput per saltare in verticale
- È un problema del braccio?
- L’impatto sulla palla in partita non è buono?
- Carico con il gomito troppo avanti?
- Non estendo il braccio?
Serve un nuovo input perché il gomito stia più alto!
Se un G attacca gli posso dire che:
- Deve cambiare il modo di saltare
- Fare l’ultimo passo più lungo
- Saltare verso l’alto
- Tenere il gomito indietro e il braccio teso!
Tutto insieme è difficile, come quando le mamme chiedono di riordinare tutta la stanza. Riordinare tutto è troppo. Ma se chiede di portarle i vestiti sporchi da lavare lo si fa subito e velocemente! Una cosa alla volta!
Ricordiamo che il nostro obiettivo è che si senta, veda e capisca che ciò che stiamo facendo, è lavorare e migliorare per ottenere un altro G o un’altra squadra.
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